I tipi di poker più diffusi e le loro caratteristiche

Protagonista di diverse pellicole cult sul grande schermo, oggi il poker è uno dei giochi di carte più famosi. Giocatissimo in tutto il mondo, ha origini ancora controverse, ma possiamo dire con certezza che ha preso piede soprattutto negli USA, per poi diffondersi a macchia d’olio in ogni continente.

Inevitabile che, nel corso della storia, si siano venuti a creare diversi tipi di poker, ognuno con regole e giocate proprie. Molto spesso gli appassionati finiscono per conoscere tutte le varianti e le specialità, ma è innegabile che chi si sta affacciando ora a questo celebre gioco potrebbe ritrovarsi spaesato e chiedersi quanti tipi di poker esistono.

La risposta in questo approfondimento di Giochi del Titano, dedicato proprio alle principali varianti del poker, di cui esploreremo le caratteristiche e determinate regole su mani e puntate.

Le principali varianti del poker

Con una diffusione tanto capillare con il passare dei secoli, il poker ha inevitabilmente conosciuto varianti ed evoluzioni, divenendo una vera e propria famiglia che comprende tanti giochi di carte differenti, in cui abilità e fortuna sono più o meno presenti. Possiamo dire però che esistono tre tipi di poker principali. La specialità più conosciuta è quella della Community Card: il nuovo millennio ha visto il Texas Hold’em imporsi come la variante più popolare del poker praticamente in tutto il mondo, e il suo successo continua a crescere.

Community Card Poker

Come già detto, tra le varianti del Poker la Community Card è indubbiamente quella più giocata. Grazie a regole piuttosto semplici anche per i neofiti, il Texas Hold’em è divenuta la tipologia più praticata, amatissima anche dagli avventori di Giochi del Titano. Il dealer assegna a ogni giocatore due carte coperte. Altre cinque carte vengono disposte sul tavolo. Lo scopo è realizzare la mano dal valore più alto, usando cinque carte in tutto tra le due in possesso dei giocatori e le cinque carte comuni del banco.

GT Poker è la prima Poker Room di San Marino, una sala inaugurata nel 2011 in grado di ospitare fino a 200 giocatori. Alla Poker Room di Giochi del Titano è possibile partecipare ai tornei programmati oppure alle partite ai tavoli Cash Game. Nel Texas Hold’em, l’attenta osservazione del comportamento degli avversari e la valutazione delle probabilità sono fattori determinanti durante tutte le fasi del gioco. Proprio per questo, GT Poker è un luogo davvero unico, dove qualità e professionalità si mescolano per far provare ai giocatori sensazioni impagabili: il piacere di toccare le carte e di spillarle, il fascino di guardare negli occhi l’avversario, l’emozione di prendere le fiches e lanciarle al centro del tavolo da gioco.

Un’altra specialità, sicuramente più difficile da padroneggiare, è l’Omaha. In questo caso ogni giocatore ha quattro carte in mano ed è obbligatorio utilizzare due carte dalla propria mano e tre dal board per formare la propria combinazione di cinque carte in totale. L’Omaha si fa più complicato, ma anche maggiormente strategico, per la presenza di numerosi draw e percentuali. Non mancano poi varianti meno comuni, ma comunque interessanti: pensiamo al Double-board Hold’em, in cui si girano due board, al Greek Hold’em o al Manila Hold’em, ma anche al Billabong e a tutti quei giochi denominati Pineapple, in cui si hanno solo tre carte in mano.

Draw Poker

Abbiamo poi il Draw Poker, noto perché dà ai giocatori la possibilità di cambiare alcune carte della propria mano. In questa tipologia rientra ad esempio il poker all’italiana, accumunato ai cosiddetti Five Card Draw. Vi sono però anche le varianti California Lowball e Badugi, in cui l’obiettivo è realizzare il punto più basso possibile senza la presenza di scale. Le scale sono invece presenti nel Deuce to Seven, per cui la caratteristica principale è l’asso come carta dal valore più alto.

Stud Poker

Anche lo Stud Poker, divenuto molto popolare negli Stati Uniti negli anni ’70, può essere giocato in molti modi diversi. In generale, in questo tipo di poker i player ricevono sia carte coperte che carte scoperte. Durante la mano le informazioni a disposizione sono dunque incomplete, ed è fondamentale fare attenzione alle singole mosse degli avversari.

La forma più nota dello Stud Poker è attualmente il Seven Card Stud. Per iniziare la mano, ogni giocatore riceve due carte coperte e una scoperta, mentre a fine mano il numero di carte sale a tre per quelle coperte e quattro per le scoperte. Esiste anche il Five Card Stud, in cui si gioca con una carta coperta e quattro scoperte a testa, con quattro giri di puntate.

Ancora, tra queste varianti di poker possiamo citare il Mexican Stud e il Canadian Stud, oppure l’Oxford Stud (in cui si utilizzano anche le carte comuni), la Teresina (giocata a mazzo ridotto) e il Caribbean Stud (in cui si gioca contro il banco).

Mixed Games ed evoluzioni del Poker

Tra i tanti tipi di poker citati c’è indubbiamente l’imbarazzo della scelta. Gli appassionati più curiosi possono comunque tentare la fortuna e mettere alla prova le proprie abilità con le carte nei cosiddetti Mixed Games, che presentano diverse caratteristiche delle varianti più famose.

Tra i più popolari abbiamo l’H.O.R.S.E., acronimo che comprende Hold’em, Omaha, Razz, Stud ed Eight or Better. Non mancano gli 8-game Mix o i 10-game Mix, per un panorama come quello del poker in continua evoluzione. In più, è possibile addirittura inventare giochi con cui allenarsi assieme agli amici, combinando le caratteristiche più divertenti e sfidanti delle varie tipologie già esistenti.

Come funzionano i tornei di poker

Per chi li ha vissuti, i tornei di poker sono indubbiamente la forma più emozionante di poker. D’altronde gli eventi di poker dal vivo sono notoriamente fatti di immagini suggestive: centinaia di player che affollano i tavoli di una sala luccicante, il rumore di fiches e carte che scorrono sui tavoli, il susseguirsi delle eliminazioni, e infine il momento più atteso con il cosiddetto scoppio della bolla e il testa-a-testa al tavolo finale.

Emozioni incredibili e irripetibili, per quello che è a tutti gli effetti uno skill game in cui a contare sono anche l’abilità del giocatore, le sue intuizioni nel leggere le mosse degli avversari e la capacità di adottare una strategia vincente. Ma come funzionano i tornei di poker? E come si fa a partecipare? Scopriamolo in questa guida assieme ai professionisti di Giochi del Titano.

Come giocare un torneo di poker

I tornei di poker non sono tutti uguali. Alcuni si svolgono dal vivo, mentre ad altri è possibile partecipare online comodamente da casa, e a variare sono i partecipanti, le regole e ovviamente il montepremi.

Il cuore di un torneo di questa disciplina è però sempre lo stesso: a vincere è il giocatore che alla fine possiede tutte le fiches. In pratica, per trionfare bisogna ottenere le fiches di tutti gli altri player, rimanendo per ultimi in gara. Una volta pagato il buy-in, nei tornei le fiches non hanno più un valore in denaro, ma rimangono dei gettoni che vengono utilizzati per continuare a giocare. Di conseguenza, vincere o meno premi in denaro dipende esclusivamente da quanto un giocatore riesce a durare, e a rimanere in gara fino a quando non si inizia ad assegnare i premi.

Partecipare ad un torneo di poker significa anche prendere parte ad un evento dalle regole ben definite e chiare per tutti. Gli organizzatori calcolano la quantità di buy-in ricevuto e annunciano per tempo il montepremi in palio, il numero di partecipanti e le proporzioni con cui saranno distribuiti i premi. Proprio la distribuzione dei premi è un momento cruciale per i tornei di poker, perché è a questo punto che un giocatore viene eliminato per primo, andando a “scoppiare la bolla” e a meritarsi il titolo di player più sfortunato dell’evento.

Le tipologie più diffuse di tornei di poker

Come già fatto notare, lo svolgimento dei tornei di poker varia in base alla tipologia di evento, che sia in una sala da gioco tradizionale o direttamente online. Di seguito le tipologie più diffuse in tutto il mondo.

Tornei Sit'n'Go

Si tratta di tornei “siedi e vai”, che si avviano quando viene raggiunto un numero minimo di partecipanti. Per giocare è necessario pagare un buy-in, con cui viene distribuito lo stesso numero di fiches a tutti i player. Questo tipo di tornei si distingue per la sua rapidità: la partita finisce quando al tavolo rimane un solo giocatore, e i premi saranno distribuiti sulla base di una classifica finale.

Tornei Multitavolo

La tipologia di torneo di poker più diffusa, sia tra gli eventi live che online, è però la cosiddetta Multitavolo o MTT (Multi Table Tournament). In questo caso il gioco va a spostarsi su diversi tavoli man mano che i giocatori vengono eliminati, fino ad arrivare ad un tavolo finale in cui siederà il futuro vincitore. Per loro stessa natura si tratta di tornei più lunghi e complessi di quelli Sit’n’Go, e che non pongono limiti al numero di partecipanti. Allo stesso modo, il montepremi dipenderà dal buy-in iniziale raccolto, a meno che gli organizzatori non decidano per un montepremi assicurato.

Tornei Re-buy, Freezout e Shootout

I tornei Sit’n’Go e quelli Multitavolo possono poi distinguersi per ulteriori caratteristiche. Per fare qualche esempio, il funzionamento di alcuni tornei di poker prevede la possibilità del Re-buy una volta terminate le proprie fiches; tra le varianti più diffuse vi è anche quella detta Freezout, in cui il player che termina le fiches viene eliminato dal tavolo senza poter essere riammesso; ancora, abbiamo la variante Shootout, per cui il vincitore di un tavolo può sedersi direttamente a quello finale, senza necessità di vittorie intermedie.

Quanto dura un torneo di poker

Ma quanto durano i tornei di poker? Anche in questo caso la durata dipenderà direttamente dalla struttura dell’evento. Evento che generalmente viene diviso in diversi livelli, di lunghezza predeterminata e con blind obbligatori regolati su un importo già pubblicato.

I blind (bui, in italiano) aumentano alla fine di ogni livello, con ogni round a farsi sempre più costoso da giocare. Le fiches dei player eliminati vengono conquistate progressivamente da un numero sempre minore di giocatori, fino a che i blind saranno così grandi da mettere in pericolo la posizione di qualsiasi partecipante al torneo.

Vien da sé che la lunghezza dei livelli e la velocità di crescita dei bui saranno fattori fondamentali per decretare se un torneo presenta una struttura lenta o più veloce. Di pari passo muteranno le strategie dei giocatori, che dovranno basarsi sulle proprie pile di fiches (dette stack) per resistere agli aumenti dei blind. Insomma, si tratta di una maratona, fatta di abilità mentale, pazienza e adrenalina.

Quanto si può vincere a un torneo di poker?

Con le tipologie, anche i montepremi dei tornei di poker possono variare. E di molto, considerando che vengono influenzati quasi sempre dal numero di partecipanti e dal buy-in a loro associato. Se per i tornei che si svolgono online si parla di cifre tra i 1.000 e oltre i 25.000 euro, per quelli tradizionali si parla di cifre ancora più flessibili, legate anche al prestigio della stessa competizione.

Giochi del Titano: tutta l'emozione dei tornei Texas Hold’em

GT Poker è la prima Poker Room di San Marino, una sala in grado di ospitare fino a 200 giocatori e che ad oggi rappresenta un punto di riferimento nazionale per tutti i player più talentuosi, grazie ai tornei più accreditati ospitati in questa sala.

Il Texas Hold’em è una delle più famose varianti del poker. Il dealer assegna a ogni giocatore due carte coperte. Altre cinque carte vengono disposte sul tavolo. Lo scopo è realizzare la mano dal valore più alto, usando cinque carte in tutto tra le due in possesso dei giocatori e le cinque carte comuni del banco. L’attenta osservazione del comportamento degli avversari e la valutazione delle probabilità sono fattori determinanti durante tutte le fasi del gioco.

La letteratura protagonista a San Marino

Dal 4 ottobre la prima edizione di “MEMENTI – Mercoledì d’autore” organizzata da Giochi del Titano Spa e Edizioni Minerva.

Nove incontri settimanali con importanti ospiti dal mondo letterario, editoriale e giornalistico italiano.

Conferenza Stampa

Lancio della rassegna MEMENTI – Mercoledì d’autore presentati i 9 incontri, i relatori e la partnership tra Giochi del Titano Spa e Edizioni Minerva.

Programma Eventi

È stato presentato il programma della rassegna in partenza il 4 ottobre.
Tutti i mercoledì di ottobre e novembre nella Sala Rubino di Giochi del Titano Spa insieme a Edizioni Minerva e ai giornalisti Sergio Barducci, Giuseppe Tassi e Debora Grossi che si alterneranno nella presentazione degli eventi.

Marcello Veneziani

È uno scrittore italiano che ha dedicato all’Italia molte sue opere, articoli, mostre e convegni. Ha fondato e diretto riviste e scritto su varie testate, da «il Giornale» a «Libero», dal «Corriere della Sera» a «la Repubblica» e «il Messaggero». Al «Giornale» fu chiamato da Indro Montanelli e poi da Vittorio Feltri.

Conversazione sulla tradizione culturale italiana, da Dante a Vico (Rizzoli)
“Vico dei miracoli. Vita oscura e tormentata del più grande pensatore italiano”, è l’ultimo libro di Marcello Veneziani in cui ci racconta la vita tormentata di Giambattista Vico (1668 –1744), uno dei grandi filosofi della prima metà del 1700. Portatore di un pensiero originale, nel 1730 Vico pubblicò la seconda edizione, riveduta e ampliata, del suo capolavoro: “La scienza nuova”, un’opera che segnerà gli anni a venire.

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EDDA NEGRI MUSSOLINI e MARIO RUSSOMANNO

I nostri secondi ospiti saranno Edda Negri Mussolini e Mario Russomanno, autori del libro “I Mussolini dopo Mussolini” (ed. Minerva).
È un ritratto familiare, denso di riferimenti agli avvenimenti storici di cui i Mussolini furono inevitabilmente, protagonisti, a partire dalla notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, quando venne votata la sfiducia a Benito Mussolini, capo del Governo in carica. Il giorno successivo, il Duce venne arrestato per ordine del re Vittorio Emanuele III. Per i familiari del Duce si aprì un percorso caratterizzato da drammatici avvenimenti e dalla ricerca di una normalità difficile da raggiungere. 

Il libro racconta le emozioni e le attese e le quotidianità di Rachele Guidi, consorte di Mussolini, della primogenita Edda, moglie di Galeazzo Ciano, che aveva sottoscritto il documento di sfiducia al suocero e del secondogenito Vittorio, pilota militare. Un evento che attraversò anche i figli adolescenti della coppia, Romano e Anna Maria.

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LIA CELI

Lia Celi sarà la protagonista di mercoledì 18 ottobre con Carolina dei delitti (Salani editore). Un romanzo ambientato nella Torino di inizio secolo, in quella Belle Époque che Lia Celi ricostruisce minuziosamente. Ricco di colpi di scena ripercorre la vicenda reale della morte di Emilio Salgari attraverso gli occhi e la penna di Carolina Invernizio. “Orgogliosa, astuta, ironica, la sua Carolina Invernizio ricorda che, oggi come cent’anni fa, non c’è nulla di più pericoloso che sottovalutare l’intelligenza di una donna”.

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CARLO CAVICCHI

Carlo Cavicchi è l’autore ospite di mercoledì 25 ottobre. Nella Sala Rubino di Giochi del Titano dialogherà con Giuseppe Tassi de L’altra faccia delle corse (Ed. Minerva).
Un compendio di emozioni, quelle che appartengono al mondo delle competizioni automobilistiche senza, tuttavia, venire mai alla ribalta. Vicende a volte soltanto sussurrate, altre dimenticate sotto la polvere degli anni che passano, altre infine raccontate a tavola quando gli addetti ai lavori mescolano bicchieri di vino ad aneddoti, seppellendo tutto dietro epocali risate. Le gare non sono soltanto quei resoconti che poi passano alla storia, ma sono i retroscena, le avventure esagerate, gli imprevisti e poi anche quegli accadimenti improbabili che danno spessore a un mondo dove l’aspetto umano va oltre quello puramente tecnico. Due giornalisti sportivi per una serata da brivido.

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SALVATORE GIANNELLA

Salvatore Giannella presenterà insieme a Sergio Barducci, “Michele Ferrero: condividere valori per creare valore” (Salani Editore). Mercoledì 1 novembre nella Sala Rubino di Giochi del Titano.
È la prima biografia dell’uomo simbolo dell’eccellenza italiana: l’inventore della Nutella. In questo libro Salvatore Giannella svela le intuizioni geniali, la visione internazionale, la capacità di ascoltare gli altri di uno dei più grandi imprenditori italiani, la sua attenzione certosina alla qualità dei prodotti, alle esigenze dei consumatori, al benessere dei dipendenti, ma anche l’amore per la famiglia e per la sua terra, la sua grande riservatezza e l’umiltà. Michele Ferrero è stato l’artefice di un modo di fare impresa che ha messo al centro la persona, secondo il motto ‘lavorare, creare, donare’. Giannella racconta la vita di un uomo “speciale” attraverso le testimonianze di decine di persone che hanno vissuto fianco a fianco con ‘il signor Michele’. Un ritratto che ricostruisce i traguardi storici di un’avventura inimitabile.

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MATTEO CAVEZZALI

Mercoledì 8 novembre è il turno di Matteo CavezzaliIl labirinto delle nebbie è un giallo storico ambientato nella Romagna dei primi del Novecento, nel Delta del Po, in una località immaginaria chiamata Afunde, un villaggio imprigionato nella palude abitato quasi esclusivamente da donne, se si eccettuano il parroco e altre due presenze, che si sentono comunque escluse. Donne che vanno a messa solo per senso del dovere, donne che fanno di nascosto “cose strane” che il parroco preferisce non approfondire. Cantano, ma non sono canti liturgici, piuttosto litanie innalzate nelle sere di luna crescente e giungono dal cuore tenebroso della notte. A presentare l’autore ci sarà la giornalista Debora Grossi.

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PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Pietrangelo Buttafuoco sarà protagonista della serata di mercoledì 15 novembre con “Beato lui. Panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi“. Grande acrobata della parola e cultore della mistica, e quindi dell’invisibile, identifica e ricuce le pezze d’appoggio, individua e unisce nuovi puntini che ritraggono il personaggio più contemporaneo della contemporaneità, colui che come Mary Quant inventò la minigonna e cambiò per sempre i tempi. È impossibile scrivere la parola fine al romanzo di Berlusconi.
A dialogare con l’autore ci sarà il giornalista Sergio Barducci.

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GIAN MARCO GRIFFI

Mercoledì 22 novembre sarà la volta di Gian Marco Griffi e Ferrovie del Messico insieme alla giornalista Debora Grossi. Candidato al Premio Strega, è un romanzo epico, d’avventura, che sviluppa le tematiche più disparate: dalla guerra all’amore, passando per la religione e la morte. Ambientato tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso vede coinvolti: Cesco Magetti, milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria, incaricato di compilare una mappa delle ferrovie del Messico; Tilde Giordano, ragazza bellissima e un poco folle; Steno, devotissimo fidanzato di Tilde e partigiano senz’armi; don Tiberio, prete di città confinato a Roccabianca a causa di certe sue insane passioni e numerosi altri protagonisti. È un romanzo scritto con una lingua quasi parlata, sempre cordiale tanto nel registro comico quanto in quello drammatico.

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FEDERICA CAPPELLETTI

Ultimo appuntamento della rassegna con Federica Cappelletti e Per sempre noi due con il giornalista Giuseppe Tassi. Tutti ricordano Paolo Rossi, l’esile e pallido Pablito che nell’82 fece impazzire l’Italia. Non tutti invece sanno che, in una vita trascorsa fra gioie e tempeste, cadute e rinascite, Paolo trovò davvero se stesso in una potentissima storia d’amore, con Federica, una giornalista incontrata per caso alla presentazione di un libro. Prima ci furono intesa e complicità assolute, poi seguirono il matrimonio, la magia di ogni giorno, la nascita delle figlie. Ma tutto questo era destinato a essere devastato, all’improvviso, da una malattia tanto spietata quanto inesorabile. L’italia ha pianto, attonita, Pablito. Lo stesso ha fatto Federica che oggi, ancora incredula, ridà vita al loro amore in un dialogo senza tempo in cui si alternano il suo racconto e le lettere originali che lui le ha scritto negli anni. Sono parole toccanti che permettono di scoprire il lato più personale di Paolo Rossi, e insieme svelano il senso profondo del vivere. Che è amare…

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Dove e quando è nato il gioco d'azzardo

Oggi il gioco d’azzardo è immediatamente associato ai casinò e alle case da gioco, ma non si tratta di un fenomeno contemporaneo. Tavoli verdi, fiches, carte che scorrono velocemente, ruote che girano e l’adrenalina tipica del gambling hanno infatti origini antiche, e derivano da quella che è una vera e propria tradizione millenaria.

Ma come, dove e quando nasce il gioco d’azzardo? Quali sono state le prime civiltà ad apprezzare la voglia di vincere che cresce attorno a un tavolo da gioco? Le risposte in questo approfondimento di Giochi del Titano, dedicato proprio alla storia del gioco d’azzardo e all’evoluzione di una passione legata indissolubilmente alla storia dell’umanità.

Come nasce il gioco d'azzardo

Tra i giochi più antichi del mondo, i giochi d’azzardo affondano le proprie origini in tempi antichissimi. D’altronde l’uomo ama sfidare la sorte da sempre, e la storia del gioco d’azzardo non può che essersi sviluppata parallelamente alle prime civiltà umane.

Chiedersi come nasce il gioco d’azzardo significa rifarsi alle prime forme riscontrabili di questa attività, datate dagli studiosi al 3.000 a.C. circa. In quel periodo, una sorta di antenato del gambling come oggi lo conosciamo era particolarmente diffuso nell’antico Egitto, ma con una funzione legata strettamente alla sfera mistica e religiosa. Successivamente il gioco d’azzardo ha iniziato a diffondersi tra la popolazione indipendentemente dal divino, e a tutti i livelli della società egiziana del tempo.

Sarebbe però riduttivo collocare le origini del gioco d’azzardo solo lungo il bacino del Nilo: ritrovamenti di dadi e strumenti da gioco ci permettono di affermare con certezza che fosse diffuso anche tra le civiltà cinese e indiana, e presso gli Assiro-babilonesi e i Sumeri. Non solo, tra le più antiche carte da gioco bisogna ricordare quelle apparse in Cina nel IX secolo, poi diffusesi anche in Europa con decorazioni locali assai diverse da quelle tipicamente orientali. Si ritiene inoltre che le scommesse sui combattimenti di animali fossero comuni ai tempi dei greci e dei romani, grandi cultori del gioco d’azzardo.

La storia del gioco d'azzardo in Italia

La storia del gioco d’azzardo “fa tappa” anche in Italia. Come abbiamo visto, già gli antichi romani giocavano d’azzardo, almeno a giudicare dai reperti archeologici rinvenuti nel corso degli anni e dagli affreschi presenti a Pompei, la città conservata dalla cenere del Vesuvio.

Facendo un salto più avanti, tra la fine del Medioevo e i primi albori del Rinascimento assistiamo alla diffusione delle cosiddette baratterie. Inizialmente si trattava di luoghi di ritrovo per il popolo, poi hanno iniziato a prendere la forma di veri e propri casinò, e ad ospitare giochi con i dadi e con le carte. Nello stesso periodo molti celebri artisti dipingeranno scene di uomini intenti a giocare e scommettere, segno che il brivido dell’azzardo fosse molto diffuso nella società di allora.

Dalle origini del gioco d'azzardo ai primi casinò

Ma quando nasce il gioco d’azzardo simile a quello moderno? Letteratura, arte e testimonianze scritte ci raccontano che il gioco d’azzardo ha preso piede a Venezia fin dal ‘500, quando le persone erano solite giocare all’aperto. Nonostante il proibizionismo, nel XVII secolo si assiste alla nascita delle prime case da gioco e dei casinò.

Proprio a Venezia venne istituito nel 1638 Il Ridotto, un luogo storico pensato come un ambiente di gioco controllato che negli anni ha ospitato tra le sue mura migliaia di giocatori, tra cui volti noti come Giacomo Casanova e Carlo Goldoni. Le altre sale da gioco sono sorte nel corso del XX e del XXI secolo: pensiamo a quella di Sanremo nel 1905, a quella di Campione d’Italia nel 1933 e di Saint Vincent nel 1947, ma anche a Giochi del Titano, fondata nel 2007 nella Repubblica di San Marino.

Evoluzione e futuro del gioco d'azzardo

Arrivare alla liberalizzazione del gioco d’azzardo in Italia non è stato facile. Fino ai primi del ‘900, lo Stato italiano considerava infatti il gambling come un rischio sociale e un disvalore etico, e solo nel secondo dopoguerra si decise di rilasciare le prime concessioni per lotterie, totocalcio e casinò.

Bisognerà attendere il 1992 per assistere ad una prima deregolamentazione del gioco d’azzardo nello Stivale: la profonda crisi economica e il bisogno immediato di gettito fiscale portano alla nascita di Lottomatica, Sisal e Snai, mentre nel 2006 la legge Bersani-Visco permette agli operatori stranieri di entrare nel mercato italiano.

Non solo. Un altro passaggio importante nella storia del gioco d’azzardo in Italia è sicuramente il cosiddetto decreto di Ferragosto del 2011 voluto dal Governo Berlusconi per liberalizzare il gioco online. Da allora le piattaforme dei giochi d’azzardo si sono moltiplicate, per quanto giocare tra le sale di un casinò fisico resti un’esperienza difficilmente ripetibile in rete.

Come sono state inventate le slot machine

La storia delle slot machine, come per tanti altri giochi d’azzardo popolari, è certamente affascinate e ricca di aneddoti. Si è però dovuto faticare per risalire con certezza all’inventore di queste macchine, oggi proposte in tanti modelli diversi, moderni e dai jackpot particolarmente ricchi.

Come vedremo in questo approfondimento di Giochi del Titano, per trovare il primo gioco simile alle attuali slot bisogna fare un salto indietro nel tempo fino al 1895: quell’anno a San Francisco venne realizzata la cosiddetta Liberty Bell, strumento a quanto pare creato dal meccanico bavarese Charles Fey e ispirato a uno dei simboli più celebri della guerra d’Indipendenza e degli Stati Uniti d’America.

Charles Fey: l'inventore delle slot machine

La storia delle slot machine è legata a doppio filo al nome di Charles Fey, sedicesimo figlio di una umilissima famiglia tedesca. Nato nel 1862, fu spinto proprio dalle condizioni precarie della sua famiglia di origine a cercare fortuna fin da giovanissimo fuori dalla Germania. Charles, arrivato prima in Francia e dopo in Inghilterra, deciderà di concentrare i suoi sforzi in America, dove si trasferirà all’età di 23 anni.

Qui in un primo momento si stabilisce in California, dove viene assunto dalla Electric Work Company. È in questo periodo che ha l’intuizione di creare la prima slot machine della storia, un colpo di genio che gli cambiò la vita per sempre nel giro di appena un anno. Il gioco inventato da Frey ebbe un enorme successo negli USA, tanto che si convinse a fondare una fabbrica di slot insieme all’amico Theodore Holtz.

La Liberty Bell

La slot machine di Charles Fey era la Liberty Bell, dedicata ad una maestosa campana di Philadelphia forgiata a Londra e arrivata negli Stati Uniti nel 1752, oggi simbolo della libertà americana. Su un lato della Liberty Bell di Fey è visibile proprio la figura di una campana in ferro, mentre la struttura è completamente in legno.

All’interno della scocca esterna, solo in seguito sostituita da una sottile lamiera, troviamo tre rulli e cinque simboli, vale a dire i simboli delle carte francesi e un ferro di cavallo, emblema della fortuna. A quei tempi esisteva solo una linea vincente, ed era presente una leva che veniva utilizzata per azionare il meccanismo della slot, completamente meccanica.

La prima slot machine: un bandito con un braccio solo

In molti non videro di buon occhio l’incredibile successo che le slot machine avevano guadagnato in territorio americano. Le slot, per via della presenza della leva per azionarla, vennero così soprannominate “banditi con un braccio solo“, e accusate di rubare soldi alla gente.

Eppure, moltissimi ne apprezzarono subito l’adrenalina e l’immediatezza, nel tentativo di accaparrarsi facili guadagni. All’inizio le slot machine non potevano elargire soldi, e pagavano quindi in caramelle. Con il passare del tempo, le caramelle sono rimaste come uno dei simboli più noti di questo gioco, per essere però sostituite dai premi in denaro.

Evoluzione e storia delle slot machine

I ricchi jackpot delle slot machine successive a quella di Charles Fey hanno contribuito a renderle un gioco popolarissimo non solo in America, ma anche in tutti gli altri continenti. Contro ogni aspettativa del meccanico bavarese dalle umilissime origini, la sua Liberty Bell intrattiene ancora oggi tantissimi appassionati, essendosi evoluta in tanti modelli diversi che ne hanno aumentato incredibilmente la portata.

La prima slot machine elettrica

Nella storia delle slot machine, e nella sua evoluzione, un capitolo importante non può che essere dedicato alla prima slot elettrica. Ad inventarla e immetterla sul mercato è stata la Bally Manufacturing, azienda americana fondata nel 1939 e rimasta fino al 1996 tra i leader mondiali nella produzione di slot machine.

La Bally Manufacturing ha dunque il merito di aver realizzato la prima slot machine elettrica, chiamata Honey Money. La macchina si presentava come una slot elettromeccanica, un mix tra componenti meccanici tipici della Liberty Bell ed elementi elettrici, che automatizzavano alcuni passaggi. Per fare un esempio, uno dei primi modelli ad apparire nelle sale da gioco permetteva di pagare autonomamente fino a 500 gettoni, senza che fosse necessario l’intervento di un addetto.

Dagli anni ’80, poi, le slot sono diventate ancora più attraenti: la “rivoluzione elettrica” introdusse chip, maggiore velocità e grafica più evoluta; poi sono arrivati i pulsanti, in grado di sostituire le leve grazie a specifici algoritmi per la generazione di numeri casuali. Oggi le slot machine rappresentano una buona parte dell’offerta delle case da gioco. La Giochi del Titano mette a disposizione dei propri clienti nelle sue sale le migliori e più performanti novità nel campo delle slot machine. La sala Romeo presenta attualmente 240 slot suddivise fra le principali marche mondiali, ma anche di interessanti brand emergenti. Buona parte delle macchine sono di ultima generazione, e molte sono dotate di invitanti jackpot.

La prima slot machine video

Infine, la storia delle slot machine si conclude con l’avvento delle video slot, tra le più popolari nelle sale gioco virtuali. La prima slot machine video venne creata nel 1975 da Walt Fraley, che decise di chiamarla Fortune Coin.

La grande differenza con i modelli precedentemente in commercio era l’assenza completa di rulli reali e parti meccaniche, con il movimento realizzato con una simulazione software sullo schermo. Il brevetto della Fortune Coin e delle video slot venne successivamente acquistato dall’International Gaming Technology (IGT), tutt’oggi un gigante nel settore dei software provider.

Raddoppio nel Blackjack: cos'è e come funziona

Il raddoppio al Blackjack è la possibilità di raddoppiare la propria puntata iniziale dopo la distribuzione delle prime due carte, ricevendone solo una.

Si tratta certamente di una scelta coraggiosa, legata al rischio di ricevere una singola carta dal valore troppo basso. Con la giusta strategia può però rivelarsi una delle mosse più azzeccate del Blackjack, perché l’eventuale vincita si baserà appunto sulla puntata raddoppiata. Di conseguenza, quando raddoppiare nel Blackjack dipende proprio dalla strategia di gioco che ogni giocatore mette in atto, e deve tenere conto della carta del banco e della somma delle prime due carte del giocatore, oltre che di tutte le variabili previste dal gioco.

Cos'è il raddoppio nel Blackjack

Il raddoppio al Blackjack significa raddoppiare la puntata iniziale, ricevendo in cambio solo una carta. Le regole del Blackjack prevedono infatti che all’inizio della partita, prima che le carte vengano distribuite dal banco, i giocatori vadano a fare la loro puntata. Nella maggior parte dei casi non sarà possibile fare altre puntate, a meno che non venga messo in atto proprio il metodo del raddoppio del Blackjack.

Come già accennato, il raddoppio della puntata consente di andare a piazzare un’ulteriore scommessa, pari a quella precedente e in cambio di un’unica carta. Una volta ricevuta la terza carta, la mano del giocatore sarà terminata, e si dovrà dunque attendere per poter scoprire le carte del banco. Alcune varianti del Blackjack permettono di raddoppiare solo con un punteggio totale di 9, 10 o 11, mentre da Giochi del Titano abbiamo la possibilità di giocare di strategia con il raddoppio su qualsiasi totale.

Per comunicare un raddoppio, è sufficiente aggiungere una quantità di chips corrispondente alla puntata iniziale accanto a quest’ultima. Sarà questo il segnale per il croupier, che andrà a distribuire una carta al giocatore che ha intenzione di raddoppiare.

Quando raddoppiare nel Blackjack

Capire quando raddoppiare nel Blackjack è quindi molto importante, e può cambiare le sorti di una partita. La strategia esatta dipende naturalmente dalla variante a cui stiamo giocando, ma è comunque possibile calcolare matematicamente alcuni degli scenari ideali in cui prendere in considerazione di rischiare con il raddoppio della puntata iniziale.

Raddoppiare su un totale 11

Totalizzare un punteggio pari ad 11 con le prime due carte significa ritrovarsi in una posizione particolarmente vantaggiosa, talmente forte che conviene raddoppiare anche se il banco ha un 10. In una classica partita di Blackjack con otto mazzi, con un totale di 11 esistono fino a 32 carte che possono farci raggiungere il 21; allo stesso modo, sono fino a 24 le carte che ci permetterebbero di raggiungere un punteggio di 18, considerato solitamente una mano vincente.

Raddoppiare su un totale soft

Se le prime due carte sono un asso e una tra 5, 6 o 7, allora abbiamo una mano soft, il cui punteggio totale può cambiare a seconda del valore con cui si decide di giocare l’asso (quindi da 1 a 11). Quando una carta scoperta dal banco ha un valore basso, con il raddoppio della puntata abbiamo una buona possibilità di ottenere una mano di 17 o superiore.

Raddoppiare su un totale hard

In caso di hard 9, e quindi di una mano senza asso, raddoppiare è vantaggioso solo se la carta scoperta dal banco è pari a 6 o inferiore. Contro un 7 o una carta inferiore conviene sempre richiedere una carta, indipendentemente dal fatto che il croupier stia o meno con un soft 17. Se invece ci viene distribuito un hard 10, il metodo del raddoppio del Blackjack può rivelarsi vincente se la carta scoperta dal banco è 9 o inferiore. Il raddoppio con un hard 10 non sarà più conveniente contro i 10, gli assi e le figure.

Quando non conviene raddoppiare

Ormai è chiaro, i consigli legati al raddoppio al Blackjack cambiano (e di molto) a seconda della variante a cui stiamo giocando. Nonostante questo, sono previste alcune circostanze in cui oggettivamente non conviene mai raddoppiare la puntata iniziale.

Prima di tutto, non raddoppiamo mai se il nostro totale è superiore a 11, perché il rischio di sballare è davvero troppo elevato. Inoltre, non conviene raddoppiare neppure se il banco mostra un asso, tranne nel caso in cui il croupier deve chiedere carta con un soft 17. In uno scenario del genere, se abbiamo 11, il raddoppio è vantaggioso contro qualsiasi carta scoperta del banco.

Poker: la storia e le origini del gioco

Come per altri giochi di carte, alcuni classificabili come gioco d’azzardo, anche la storia del Poker si intreccia con miti, leggende e personaggi fuori dal comune. Le origini del Poker non sono infatti chiare, e allo stesso modo è molto difficile risalire a chi ha inventato quello che oggi è forse il gioco di carte più diffuso al mondo.

Dalla Persia al mitico West americano, tra legalità e delinquenza, e fino all’attuale era digitale, quella del Poker è divenuta una vera e propria filosofia di vita. C’è chi ne ha fatto una professione, andando a competere sul tavolo verde contro alcuni dei player più abili al mondo, chi un valido motivo per visitare le sale da gioco più eleganti e divertenti.

Ripercorriamo allora la lunga strada fatta dal Poker nei secoli, per comprendere da dove arriva il fascino di Poker Room come GT Poker, la prima sala da Poker di San Marino fiore all’occhiello di Giochi del Titano. Allo stesso modo, getteremo le basi per capire tutte le evoluzioni di un gioco nobile che è arrivato ad incarnarsi in diverse varianti, come ad esempio il Poker Ultimate Texas Hold’em, un’assoluta novità del Poker Texas Hold’em in cui i player giocano solo contro il banco.

Chi ha inventato il Poker: le origini persiane

Le origini del Poker sono ancora oggi oggetto di dibattito. Secondo alcuni storici del gioco, il suo antenato è l’As-Nas, un gioco persiano insegnato molto probabilmente ai coloni francesi di New Orleans da marinai venuti dalla Persia, o in alternativa appreso e poi diffuso da cittadini francesi trapiantati in USA che si erano recati come militari nella zona della Persia.

Lo stesso alone di mistero aleggia attorno al nome: per molti deriverebbe dal termine francese poque (ingannare), che deriva a sua volta dal tedesco pochen, nel significato che il gioco spinge a vincere bluffando. In ogni caso non è chiaro se la storia del Poker debba essere fatta risalire direttamente da giochi con questi nomi, ma è molto plausibile che arrivi da un insieme di tutti questi giochi che ne hanno influenzato lo sviluppo fino al Poker che conosciamo ai giorni nostri.

Il Poker nel Far West e la diffusione negli USA

Nella sua versione moderna, il Poker è apparso all’inizio del XIX secolo nel contesto del Far West americano, quando i battelli a vapore che risalivano il Mississippi ospitavano delle vere e proprie sale da gioco galleggianti. La prima traccia storica scritta si trova invece nelle memorie dell’attore britannico Joe Cowell, che racconta di mitiche partite nella New Orleans del 1829 che si svolgevano con un mazzo di 20 carte tra 4 giocatori al massimo.

Da allora la diffusione in territorio americano del Poker è stata radicale, con il gioco che è andato ad evolversi e differenziarsi abbracciando nuove regole e svariate specialità. Sono quelli gli anni che gettano le basi della storia del Poker Texas Hold’em, con personaggi da leggenda che hanno mantenuto in vita l’arte del Poker in un ambito al limite della legalità. Non è un caso che Doyle Brunson, leggenda texana del Poker scomparsa di recente, racconti di episodi di estrema violenza e corruzione legati ad un tavolo da Poker tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso.

Il Poker dal cinema all'era digitale

Lo stesso Brunson, assieme ad altri giocatori texani, portò a Las Vegas la specialità del Texas Hold’em sul finire degli anni ’60. Specialità che ha poi preso piede anche in Europa, complice il fascino intramontabile del cinema che più di una volta ha usato il Poker e la sua storia per raccontare vicende di redenzione, amore e vendetta. Pensiamo a film come Rounders di John Dahl, che nel 1998 vedeva Matt Damon nei panni di uno studente di giurisprudenza che si pagava gli studi grazie alla sua bravura nel Poker.

Il successo planetario del gioco del Poker nella sua versione Texas Hold’em ha permesso una naturale migrazione verso l’era digitale, arrivando fino al web. Il vero e proprio boom è però scoppiato nel 2003, quando Chris Moneymaker (allora un perfetto sconosciuto) vinse a Las Vegas il torneo principale delle World Series of Poker. Con un investimento di soli 40 dollari (pari alla quota di iscrizione), Moneymaker si portò a casa un montepremi di 2,5 milioni di dollari, e convinse il mondo che la ricchezza era praticamente alla portata di tutti. 

Cos'è e come si gioca a Baccarat

Il Baccarat, o Baccarà, è un gioco di carte molto popolare nelle sale da gioco, che deve il suo successo alla sua semplicità. Si tratta infatti di un gioco d’azzardo dalle pochissime regole (per altro tutte molto chiare) e con sole tre possibilità di puntata. La sua storia può essere fatta risalire al XV secolo, quando venne importato dall’Italia alla Francia per venire subito apprezzato dalla nobiltà d’Oltralpe alla corte di re Carlo VIII.

Oggi, nonostante la nomea da gioco aristocratico, il Baccarat si è diffuso anche al di fuori delle sale private, ed è il passatempo preferito degli high roller e dei giocatori asiatici, sia esperti che con poca esperienza. Scopriamo allora l’origine del Baccarat e come si gioca, assieme alle varianti attualmente più diffuse di questo antichissimo gioco di carte.

La storia del Baccarat

Prima ancora di snocciolare le regole del gioco del Baccarat, è bene fare una premessa e ripercorrerne le origini. I primi cenni storici del Baccarat risalgono addirittura al quindicesimo secolo: il gioco venne inventato in Asia, a Macao, per trovare un gran numero di estimatori anche in Europa, prima in Italia e poi in Francia. I soldati di ritorno dalla guerra franco-italiana durante il regno di Carlo VIII introdussero il Baccarà a corte, in una versione più complicata che veniva giocata con le carte dei Tarocchi.

Con l’aumentare della sua popolarità, nel XIX secolo si passò ad una versione più semplice, per cui veniva utilizzato un mazzo di carte tradizionali. È la versione amata dalla nobiltà francese di Napoleone Bonaparte, e che ancora oggi fa divertire milioni di persone nelle sale da gioco di tutto il mondo. Possiamo giocarci anche nell’affascinante Sala Giochi Americani di Giochi del Titano nell’alternativa Mini Punto Banco, uno dei giochi più coinvolgenti ed eleganti che si possa trovare in una sala da gioco.

Come si gioca a Baccarat

Le regole del Baccarat sono molto semplici, e schierano sostanzialmente due protagonisti: il giocatore e il banco. Ad ogni giocata possono però intervenire fino a 14 giocatori, che possono puntare sulla sconfitta o sulla vittoria del player, oppure sul pareggio. Una volta che sono state piazzate le puntate, vengono distribuite due mani da due carte coperte, una al croupier e una al giocatore. Lo scopo del gioco è quello di arrivare, con un massimo di tre carte, ad un punteggio il più possibile vicino a nove senza mai superarlo.

La fase successiva prevede di calcolare la somma delle due carte: le figure valgono 10 o 0, mentre le altre carte mantengono il loro valore nominale. Per fare un esempio, se il banco possiede un 3 e un 7 il risultato è 10=0 (che tra l’altro prende il nome di baccarat). Se uno tra il banco e il giocatore ha totalizzato 8 0 9 (chiamato risultato naturale), si scoprono le mani e vince chi ha totalizzato il punteggio più alto, mentre in casi di punteggio identico la mano si considera in parità.

Quando non viene raggiunto un risultato naturale, si procede in un modo diverso. Nel caso il giocatore ha totalizzato un 6 o un 7, non pesca alcuna carta; con un risultato inferiore, gli spetta invece un’altra carta scoperta. Al suo turno, il banco farà la sua mossa in base al valore delle carte in suo possesso:

  • con 7 non pesca nessuna carta;
  • con 6 pesca una carta se la carta scoperta del giocatore è un 6 o un 7;
  • con 5 pesca una carta se la carta scoperta del giocatore è 4, 5, 6 o 7;
  • con 4 pesca una carta se la carta scoperta del giocatore ha un valore tra 2 e 7;
  • con 3 pesca una carta a meno che quella scoperta dal giocatore sia 8 o 9;
  • con 2, 1 o 0 (quindi baccarat) pesca sempre una carta.

Ma con quanti mazzi si gioca a Baccarat? La versione Punto Banco (nome a cui viene spesso associato il Baccarat nelle sale da gioco) prevede che vengano utilizzati quattro, sei o otto mazzi di carte francesi, escludendo i jolly. Nello Chemin de Fer, versione molto amata dai cugini francesi, si usano invece sei mazzi di carte francesi. Nella Baccarat Banque il numero di mazzi è solitamente tre, anche se può variare.

Le migliori strategie per giocare a Baccarat

Il Baccarat è un gioco in cui le azioni seguono uno schema molto rigido, influenzato esclusivamente dal punteggio. Studiare una strategia per la vittoria sembra quindi un’impresa impossibile, ma in realtà il player ha un certo margine d’azione al momento in cui si effettua la puntata.

Come detto in precedenza, le scommesse possibili nel Baccarat sono tre, ovvero banco, giocatore e pareggio. Ognuna, quando vincente, è associata ad un pagamento diverso: la vittoria del player viene pagata 1:1, quindi alla pari; il pareggio (chiamato égalité o tie) è pagato 8:1; la vittoria del banco, infine, è pagata 19:20. Combinando puntate e importi sui diversi tipi di scommessa, ogni player potrà quindi di volta in volta abbozzare una sorta di strategia per il Baccarat, da accompagnare sempre da una buona dose di fortuna.

Quali sono i giochi d'azzardo più diffusi?

Il mondo delle sale da gioco come Giochi del Titano offre agli appassionati una selezione ampia e variegata di giochi, così da poter soddisfare le preferenze di tutti. Conoscerli tutti è ovviamente impossibile, soprattutto perché con il passare del tempo sono venute a crearsi tantissime varianti dello stesso gioco, ognuna con caratteristiche peculiari.

Possiamo però concentrarci sui giochi d’azzardo più famosi, e che insieme hanno fatto la storia del gambling. Si tratta dunque di un approfondimento dedicato soprattutto ai neofiti, che potranno così capire qual è per loro il gioco d’azzardo più divertente e che meglio si sposa con la propria filosofia di gioco, esaminandone la storia e le regole principali.

Poker

Tra i giochi d’azzardo più famosi è impossibile non menzionare il poker, per molti sinonimo stesso del gambling. Dalle origini incerte e spesso mitico protagonista di amatissimi cult hollywoodiani del grande schermo, si dice fosse giocato addirittura dai persiani, per poi essere esportato negli altri continenti grazie ai marinai.

È però negli antichi saloon del Far West che è il poker ha guadagnato il suo mito e un’incredibile popolarità, arrivando fino alle sale da gioco più lussuose e frequentate al mondo. Negli anni abbiamo assistito alla nascita di tantissime varianti di questo gioco, ma attualmente è senza dubbio il Texas Hold’em la tipologia più diffusa e giocata nelle sale.

Per giocare a questa incarnazione di Community Card Poker servono due carte in mano e cinque a terra. Molti player preferiscono partecipare a tornei più o meno prestigiosi in cui pagare una quota di ingresso, mentre i più impavidi tentano la fortuna direttamente con i cash game, in cui adrenalina e buon senso dovrebbero sempre andare di pari passo.

Roulette

La roulette, o gioco della ruota, è una delle attrazioni simbolo delle sale da gioco. Le sue origini affondano nella Francia del XVII secolo, e addirittura nelle ricerche di carattere scientifico del fisico e filosofo Blaise Pascal.

Nel gambling esistono almeno tre modelli di tavolo, ma il più popolare è proprio quello di tipo francese. Presenta una ruota di legno con 37 slot, cioè i numeri che vanno da 0 a 36. Lo 0 è rappresentato con il colore verde, mentre gli altri numeri sono divisi tra rosso e nero. Nella versione americana, ancora piuttosto giocata, abbiamo invece lo zero e il doppio zero, con il numero di slot a salire a quota 38.

Per partecipare al gioco, prima del lancio della pallina possiamo puntare sia su un numero specifico che su puntate secondarie, come ad esempio il Rosso o il Nero, il Pari o il Dispari e le dozzine.

Blackjack

Un altro dei giochi d’azzardo più famosi è il blackjack. Praticato in tutte le sale da gioco del mondo, è uno di quei giochi che sa davvero eccitare gli animi dei player, nonostante le regole siano molto semplici.

Ogni giocatore riceve all’inizio due carte, e successivamente può decidere se “stare” oppure se ricevere una o più carte fino al punteggio migliore. L’obiettivo per vincere è quello di fare 21 o comunque arrivare ad un punteggio più alto rispetto a quello del banco. Attenzione però, perché il punteggio del 21 non va mai superato, in quanto porta a sballare e dunque a perdere la mano a priori.

Slot machine

Qualsiasi sala da gioco vanta ormai ampi spazi espressamente dedicati alle slot machine. Uno dei giochi d’azzardo più semplici e immediati, ma anche uno tra quelli che attrae il maggior numero di appassionati. Merito dei jackpot in denaro importanti, sicuramente, ma anche dell’esistenza di tante varietà diverse, come quelle a tre rulli, a cinque rulli, con jackpot progressivo o VLT.

Le modalità di gioco e le combinazioni sono davvero molto ampie, ma uno dei vantaggi delle slot è la loro semplicità di utilizzo. Non è infatti necessario imparare molte regole, e bastano pochi spin per capire il funzionamento e il meccanismo generale del gioco. Gioco che, oltre ai possibili premi, sa regalare una innegabile scarica di adrenalina.

Baccarat

A chiudere, tra i giochi d’azzardo più famosi figura anche il baccarat. Conosciuto anche con il nome baccarà, pare sia stato importato da Macao, un luogo importantissimo per la storia del gambling più in generale. Scopo del baccarat è quello di battere il banco arrivando ad un punteggio di 8 o 9. Per farlo, tutti i giocatori hanno a disposizione due carte scoperte, con la possibilità di ottenerne una terza.

Sono molte le particolarità specifiche di questo gioco: ad esempio, le figure e i 10 valgono zero, non si tiene conto delle decine, ed è possibile puntare anche senza essere seduti al tavolo, scegliendo la vittoria del giocatore o quella del banco.

I più usati e diffusi tipi di carte da gioco

I giochi di carte sono un passatempo non solo diffuso e amato in tutto il mondo, ma anche legato a doppio filo alla tradizione di moltissime culture. È infatti molto comune aprire il cassetto di un mobile presente nella nostra casa per trovarci vari mazzi di carte, che possono differenziarsi (anche di molto) tra le diverse nazioni o addirittura a livello regionale.

Se è vero che la quantità di giochi esistenti è praticamente sconfinata, allo stesso modo sono tantissimi i tipi di carte da gioco che possono essere utilizzati, molti dalle origini antichissime e non sempre chiare. Quelle più celebri sono probabilmente le carte francesi, ma come vedremo più avanti le variazioni a livello locale non mancano di certo, soprattutto in un paese come l’Italia che ha fatto delle carte da gioco un carattere distintivo.

I principali tipi di carte da gioco e i giochi più diffusi

Per fare una distinzione più ampia, i diversi tipi di carte da gioco vengono solitamente raggruppati in base al seme raffigurato sulle carte stesse e alla quantità di carte presenti nel mazzo. Per seme, in particolare, si intende il segno di riconoscimento iconografico che accomuna tutte le carte di una sequenza progressiva crescente.

Come dicevamo, i semi maggiormente riconosciuti a livello internazionale sono quelli delle carte francesi, tipicamente dalla doppia connotazione cromatica (due rossi e due neri). In totale i semi sono quattro, vale a dire i Cuori e i Quadri in rosso e i Fiori e le Picche in nero. Un mazzo di carte da gioco francesi si compone di 54 carte, con 13 carte per seme più 2 jolly: le 40 carte numerali vanno da 1 a 10, a cui si aggiungono tre figure per ciascun seme, ossia Re, Regina e Alfiere, identificati rispettivamente con K (King), Q (Queen) e J (Jack). I semi francesi si utilizzano di solito per giochi come il Poker (in tutte le sue declinazioni), il Burraco, la Canasta, la Scala 40 e il Blackjack.

Altre carte da gioco piuttosto conosciute sono quelle tedesche e austriache, che presentano due tipi diversi di mazzo: quello tradizionale teutonico, che ha per semi Ghiande, Campanelle, Cuori e Foglie, e quello che riprende i semi francesi cambiandone semplicemente i colori. Le carte svizzere, poi, si caratterizzano per Ghiande, Campanelle, Rose e Scudi, e assieme a quelle teutoniche sono maggiormente diffuse in alcune regioni del Nord Europa e dell’Italia settentrionale. Quelle giapponesi, invece, si riconoscono per la presenza di un quinto seme, identificato come Vortici.

Infine, bisogna considerare l’ampio mondo dei mazzi di carte con semi che traggono origine dalle carte mamelucche, che ad oggi sono impiegati nei paesi latini, ovvero Italia e Spagna. In entrambi i casi i nomi dei simboli sono gli stessi (Denari, Bastoni, Spade e Coppe), ma varia leggermente la loro rappresentazione, più stilizzata e meno barocca in terra spagnola. Differiscono dai mazzi transalpini sia per il numero complessivo di carte (40 anziché 52) sia per la composizione dei singoli semi, con 7 carte numerali e Re, Cavaliere e Donna (o Fante) come figure.

Carte da gioco italiane: le varianti regionali più famose

Da Nord a Sud Italia, lo Stivale vanta una notevole quantità di varianti regionali, che ad oggi arrivano addirittura a 17 tipi di carte da gioco diversi. Alcuni di questi usano semi italiani o spagnoli, altri quelli francesi o tedeschi. Generalmente, le tipologie italiche condividono l’assenza dei jolly e il numero di carte, pari a 40 (tranne che in quelle bresciane, in cui sono 52 unità).

I diversi tipi di carte da gioco italiane hanno con molta probabilità un’origine simile, che deve ricercarsi nei cosiddetti “naibi“, introdotti in Europa dagli Egiziani Mamelucchi e in seguito diffusi velocemente in tutta la penisola a partire dal Medioevo, con una floridissima produzione di carte da gioco da parte di stampatori e artigiani delle principali città italiane. Molti dei moderni mazzi regionali del nostro paese hanno diffusione locale, ma alcuni sono riusciti ad imporsi sul resto del territorio e a superare i propri confini geografici.

Esempio lampante in tal senso sono le iconiche carte da gioco napoletane, assai popolari in terra partenopea e in tutto il Meridione. Parliamo di un mazzo risalente al XVI secolo dallo stile evidentemente influenzato da quello spagnolo, e che si compone di 40 carte, 10 per ogni seme (quindi Bastoni, Coppe, Denari e Spade). Tra i giochi più gettonati da fare con le carte napoletane abbiamo la Briscola, la Scopa e il Sette e Mezzo.

Il mazzo napoletano deriva probabilmente da quello siciliano, anch’esso a semi spagnoli, così come le carte da gioco piacentine. È però la Lombardia a vantare la più ampia varietà di mazzi regionali, con una tradizione secolare legata in particolare alle corti nobiliari dei Nord Italia. Abbiamo quindi le carte milanesi, che tanto devono ai mazzi di origine franco belga, e alcuni mazzi a semi latini, come le carte bergamasche e le carte bresciane. Notevole anche la tradizione cartaria del Veneto, del Friuli, dell’Alto Adige e dell’Emilia-Romagna, fatta di carte trevigiane, carte trentine e romagnole, ma anche del cosiddetto mazzo Salzburger, l’unico in Italia a semi tedeschi. 

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